PRURITO   ANALE  CON  O  SENZA  CONDILOMI

Il prurito anale sembra un argomento vile, un disturbo banale, ma può essere estremamente fastidioso. In questo breve paragrafo vedremo cosa può fare il paziente per affrontarlo e risolverlo.

Innanzitutto occorre escludere che sia associato a altre lesioni anali come ASCESSO, FISTOLA, EMORROIDI, MARISCHE. Quindi è consigliabile che il paziente si tocchi, si guardi allo specchio, faccia vedere l‘ano a un parente, in modo da scoprire se vicino l’ano vi siano tumefazioni, escrescenze, orifizi. Se c’è qualcosa che può suggerire le lesioni prima dette allora è bene fissare una visita con un proctologo. Ma potrebbero esserci altre lesioni come macchie, papule, arrossamenti ampi, piccole bolle, erosioni, ulcere sulla pelle che circonda l’ano. Allora in questo caso si potrebbe trattare di una malattia dermatologica ed è bene consultare un dermatologo.   In particolare, se vi sono delle escrescenze molto piccole, morbide ma appuntite, ovvero CONDILOMI, la patologia potrebbe essere di pertinenza sia del dermatologo che del proctologo.

I CONDILOMI ANALI, volgarmente detti “creste di gallo”, possono essere dovuti a frequentazioni di palestre o di piscine o di servizi igienici pubblici, oppure a dei rapporti sessuali. In tal caso è bene vedere se ne soffre anche il o la partner. Possono essere legati a un deficit immunitario.

In caso di condilomi è importante appurare se sono pochi, piccoli, isolati o se invece sono fitti e diffusi (condilomatosi). Importante è verificare se sono presenti anche sulla vulva o in vagina o sul pene. In caso di condilomi anali, il vantaggio di farli vedere a un proctologo è che, facendo una semplice proctoscopia, si può stabilire se sono anche presenti nel canale anale o nel basso retto. In tal caso è bene appurare se il paziente maschio ha avuto rapporti anali passivi.   Un caso che non dimenticherò mai è quello di un quarantenne siciliano, con moglie e figli, non omosessuale, che aveva una condilomatosi anale, cioè un rombo ampio di condilomi intorno all’ano e aveva anche condilomi nel canale anale e nel retto fin quasi alla giunzione col sigma cioè una malattia che si chiama tumore di Busche-Loewenstein e che ha una prognosi negativa. Dopo che i suoi condilomi furono asportati, ne sviluppò altri nell’uretra, in vescica e perfino, in massima profondità, nell’acetabolo del femore. Cioè dove l’osso del femore si attacca all’osso del bacino!

Da qui si parla di casi estremi.

Se il paziente ha anche condilomi nel canale anale eha avuto rapporti anali passivi, dovrà escludere di essere HIV positivo e poi farsi fare una operazione da un proctologo. I condilomi vanno asportati e inviati per esame istologico, non bruciati con elettrobisturi o vaporizzati con il laser. Bisogna farli esaminare dal patologo per essere certi della diagnosi. Per fare le cose per bene, andrebbero anche messi in una provetta con un particolare liquido-terreno di coltura, in modo da mandarli in un laboratorio di microbiologia e stabilirne il ceppo. Alcuni ceppi sono oncogeni, pre-neoplastici, potenzialmente tumorali. In questi casi il paziente, dopo la asportazione, dovrà fare dei controlli più frequenti. E’ bene dunque che egli sappia se ha i condilomi “pericolosi” o no.

Torniamo al prurito anale e abbandoniamo i condilomi.   Spesso i pazienti con prurito anale hanno intorno all’ano arrossato delle mini-ulcere che sono lesioni da grattamento. Magari il paziente si gratta molto durante la notte senza rendersene conto e così le provoca.

Se il paziente non è giovane e, alla proctoscopia, il proctologo gli o le trova un prolasso mucoso interno del retto ovvero LA MUCOSA DEL RETTO CHE SCENDE NEL CANALE ANALE, allora è possibile che la causa del prurito sia la seguente. UNA EMISSIONE DI MUCO CHE DALLA MUCOSA DEL RETTO SCENDE NEL CANALE ANALE E OLTREPASSA L’ANO DEPOSITANDOSI SULLA CUTE PERIANALE, IRRITANDOLA E COSTRINGENDO IL PAZIENTE A GRATTARSI.       

Questo è più facile che avvenga durante la notte, perché di notte il tono dello sfintere interno, un cilindretto di muscolo che sta intorno al canale anale, si rilascia e dunque facilita il passaggio del muco dal prolasso mucoso del retto disceso dentro il canale anale, all’esterno, sulla cute perianale, sulla pelle insomma. IN QUESTO CASO si può fare una cosa molto semplice, ovvero, la sera, subito prima di andare a dormire, poggiare una piccolissima garza sull’ano, che vada appena dentro il canale anale, mezzo o un centimetro. Così facendo, quando il muco scende dal retto, non si deposita sulla pelle irritandola, ma viene assorbito dalla garza, per cui il paziente non si gratterà durante la notte. Oppure si potrà neutralizzare il prolasso in ambulatorio con una semplice legatura elastica. QUINDI ATTENZIONE AL PROLASSO MUCOSO INTERNO DEL RETTO DIAGNOSTICABILE CON LA PROCTOSCOPIA.

Vi è poi un altro meccanismo attraverso il quale il muco può scendere nel canale anale e poi nell’ano e poi sulla cute perianale irritandola. E’ talmente sofisticato che, quando fu scoperto, divenne oggetto di una pubblicazione SUL LANCET da parte di chirurghi inglesi. Abbiamo già detto che esiste un cilindretto, come una specie di piccolo portatovagliolo, chiamato sfintere anale interno. Ebbene, anche nel soggetto normale, il tono di questo sfintere si abbassa periodicamente ogni tot minuti. Se il rilasciamento dello sfintere è troppo frequente, più della norma, ecco che il muco dal retto scende sulla pelle intorno all’ano perchè non viene bloccato dalla chiusura, dal giusto tono, dello sfintere interno. Come si fa a scoprire questa anomalia? Facendo un esame che si chiama MANOMETRIA ANORETTALE, ma di lunga durata. Così sullo schermo o sulla carta del poligrafo che registra le variazioni di tono dello sfintere interno, compariranno dei rilasciamenti più lunghi e più frequenti della norma.

C’è qualcos’altro che il paziente con prurito anale può fare o non fare per stare meglio?

Non deve bere latte, birra, vino, superalcolici. E possibilmente non deve mangiare pepe,peperoncino, dolci, specie cioccolata.

QUANDO QUESTO TIPO DI PRURITO ANALE NON ACCOMPAGNATO DA ALTRE LESIONI E CHE POSSIAMO CHIAMARE ESSENZIALE O IDIOPATICO NON PASSA…cosa si può fare per stare meglio? Cose semplici o cose più complesse. Una cosa semplice è mettersi nella zona perianale una pomata moto efficace che fa la ditta Cadigroup e che si chiama PROPAST. Attenzione: PROPAST con la P, non PROFAST! Perchè, e ora vi faccio sorridere, se mettete il Profast, che è un adesivo per dentiere, farete la fine di un mio paziente, un ingegnere, che soffriva di prurito anale. Gli prescrissi il Propast e lui tornò da me in ambulatorio a controllo dopo dieci giorni. E io gli chiesi: “Allora, come è andata col Propast? E’ passato il prurito?” “Macchè “ mi rispose lui “non solo non è passato, ma si è quasi chiuso l‘ano…. La pelle intorno all’ano si era come appiccicata”. “Ma scusi” gli dissi io “ha preso il Propast come le avevo detto?” “No, veramente io ho messo il PROFAST!”

Un metodo meno banale per curare il prurito anale se l’è inventato il chirurgo egiziano Shafik, che ha iniettato del blu di metilene appena dentro e intorno all’ano, per mandare in necrosi, quindi neutralizzare, delle cellule che lì si trovano e che sono deputate alla capacità sensitiva. Niente cellule sensitive= niente prurito.

Casi molto più rari sono quando il paziente il prurito non lo ha solo nell’ano, ma anche in altre parti del corpo. Allora, e questo Nanni Moretti  lo citò anche in un suo film, CARO DIARIO, vi può essere un tumore tipo leucemia. In questo caso ci si fa una radiografia del torace e si va da un ematologo. Ma, per fortuna, sono casi rarissimi.

Il prurito potrebbe essere anche legato ad una allergia al tessuto di un indumento intimo. Cambiate marca, cambiate tessuto e vedete se le cose migliorano. Considerate la presenza di ossiuri, fate una coprocoltura e un esame parassitologico delle feci.